SE QUESTO E' UN UOMO
Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case;
Voi che trovate tornando la sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce la pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un sì e per un no
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d'inverno:
Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole:
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli:
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri cari torcano il viso da voi.
Primo Levi
non dimentichiamo chi ha sofferto
chi è morto
chi ha subito ingiustizie
ricordiamolo per non permettere che qualcuno soffra
che qualcuno muoia
che qualcuno subisca ingiustizie...
1 commento:
Primo Levi tocca il nostro cuore, risveglia l'empatia verso gli altri con questa poesia, che è anche la prefazione al suo romanzo*. E' vero non dobbiamo dimenticare ciò che è stato, ma sopratutto dobbiamo aprire gli occhi e prendere coscenza che ciò che è stato si ripete anche oggi, anche in questo preciso istante.
Ciò che è stato è dentro di noi, la belva assetata di sangue è accovacciata nell'angolo buio della nostra mente. Sapere che quel mostro è parte di noi deve aiutarci a tenerlo sempre a freno. Eloe
Posta un commento