lunedì 29 gennaio 2007

una data da ricordare...

Oggi è il compleanno del mio babbo...
e credetemi nemmeno io mi capacito di quanti anni ha...
Ben 69, ed i prossimi saranno 70!!
Mi sembra così giovane, così ancora pieno di vita anche se negli ultimi anni il fallimento della sua azienda lo ha minato... Lui che viveva x il suo lavoro si sente un fallito anche se non ha colpe di come le cose sono andate... la realtà è che oggi solo le persone che non hanno valori, che non hanno rispetto degli altri e del lavoro altrui vanno avanti... non c'è + posto x chi ha ideali e punti fermi, per chi non si macchia di scorrettezze!!
Oggi mio padre ha gli occhi tristi, di chi sa di non potersi riscattare...
oggi mio padre si commuove (non l'ha fatto nemmeno per la nascita del suo unico nipote!) per una festa di compleanno... per un regalo, per le candeline sulla torta...
ed io mi accorgo che è un vecchio leone ferito...
e cerco di non pensare che non ha ancora molto...
cerco di non ricordare che per lui la vita va in discesa...
Ti voglio bene babbo e per me resti un VINCENTE perchè se oggi sono quel che sono è anche grazie a te che mi hai insegnato a non abbassare gli occhi... mai!

martedì 23 gennaio 2007

DONNE IN RINASCITA

Più dei tramonti,
più del volo di un uccello,
la cosa meravigliosa in assoluto è una donna in rinascita.
Quando si rimette in piedi dopo la catastrofe,

dopo la caduta.
Che uno dice: è finita.
No, non è mai finita per una donna.
Una donna si rialza sempre,
anche quando non ci crede,
anche se non vuole.
Non parlo solo dei dolori immensi,
di quelle ferite da mina anti-uomo
che ti fa la morte o la malattia.
Parlo di te, che questo periodo non finisce più,
che ti stai giocando l'esistenza in un lavoro difficile,
che ogni mattina è un esame,
peggio che a scuola.
Te, implacabile arbitro di te stessa,
che da come il tuo capo ti guarderà
deciderai se sei all'altezza o se ti devi condannare.
Così ogni giorno, e questo noviziato non finisce mai.
E sei tu che lo fai durare.
Oppure parlo di te,
che hai paura anche solo di dormirci, con un uomo;
che sei terrorizzata che una storia ti tolga l'aria,
che non flirti con nessuno
perché hai il terrore
che qualcuno s'infiltri nella tua vita.
Peggio: se ci rimani presa in mezzo tu,
poi soffri come un cane.
Sei stanca:
c'è sempre qualcuno con cui ti devi giustificare, c
he ti vuole cambiare,
o che devi cambiare tu per tenertelo stretto.
Così ti stai coltivando la solitudine dentro casa.
Eppure te la racconti,
te lo dici anche quando parli con le altre:
"Io sto bene così.
Sto bene così, sto meglio così".
E il cielo si abbassa di un altro palmo.
Oppure con quel ragazzo ci sei andata a vivere,
ci hai abitato Natali e Pasqua.
In quell'uomo ci hai buttato dentro l'anima
ed è passato tanto tempo,
e ne hai buttata talmente tanta di anima,
che un giorno cominci a cercarti
dentro lo specchio perché non sai più chi sei diventata.
Comunque sia andata,
ora sei qui
e so che c'è stato un momento
che hai guardato giù e avevi i piedi nel cemento.
Dovunque fossi, ci stavi stretta:
nella tua storia,
nel tuo lavoro,
nella tua> solitudine.
Ed è stata crisi, e hai pianto.
Dio quanto piangete!
Avete una sorgente d'acqua nello stomaco.
Hai pianto mentre camminavi in una strada affollata,
alla fermata della metro,
sul motorino.
Così, improvvisamente. Non potevi trattenerlo.
E quella notte che hai preso la macchina
e hai guidato per ore,
perché l'aria buia ti asciugasse le guance?
E poi hai scavato, hai parlato,
quanto parlate,
ragazze!
Lacrime e parole.
Per capire,
per tirare fuori una radice lunga sei metri
che dia un senso al tuo dolore.
"Perché faccio così?
Com'è che ripeto sempre lo stesso schema?
Sono forse pazza?"
Se lo sono chiesto tutte.
E allora vai giù con la ruspa dentro alla tua storia,
a due, a quattro mani,
e saltano fuori migliaia di tasselli.
Un puzzle inestricabile.
Ecco, è qui che inizia tutto.
Non lo sapevi?
E' da quel grande fegato
che ti ci vuole per guardarti così,
scomposta in mille coriandoli,
che ricomincerai.
Perché una donna ricomincia comunque,
ha dentro un istinto che la trascinerà sempre avanti
Ti servirà una strategia,
dovrai inventarti una nuova forma per la tua nuova te.
Perché ti è toccato di conoscerti di nuovo,
di presentarti a te stessa.
Non puoi più essere quella di prima.
Prima della ruspa.
Non ti entusiasma?
Ti avvincerà lentamente.
Innamorarsi di nuovo di se stessi,
o farlo per la prima volta, è come un diesel.
Parte piano, bisogna insistere.
Ma quando va, va in corsa.
E' un'avventura, ricostruire se stesse.
La più grande.
Non importa da dove cominci,
se dalla casa, dal colore delle tende
o dal taglio> di capelli.
Vi ho sempre adorato,
donne in rinascita,
per questo meraviglioso modo di gridare al mondo
"sono nuova" con una gonna a fiori
o con un fresco ricciolo biondo.
Perché tutti devono capire e vedere:
"Attenti: il cantiere è aperto, stiamo lavorando anche per voi.
Ma soprattutto per noi stesse".
Più delle albe, più del sole,
una donna in rinascita è la più grande meraviglia.
Per chi la incontra e per se stessa.
È la primavera a novembre.
Quando meno te l'aspetti...

Jack Folla

trovata nn ricordo dove...

e la voglio dedicare al mio piccolo Francesco... sperando che prima o poi la possa leggere anche qui...



Credo che le cose più importanti della tua vita saranno le coccole che avrai fatto e ricevuto, le notti passate a fantasticare sotto le stelle, le volte che ti sarai rotolato nella neve, le prime gocce di pioggia estiva che avrai catturato con la lingua ed i momenti in cui qualcuno di veramente speciale ti avrà sussurrato "ti amo"...

(P.S. ringrazio BUBI, l'autore di questo disegno)

venerdì 19 gennaio 2007

l'amicizia

"gli amici sono angeli che ci sollevano,
quando le nostre ali hanno problemi nel ricordare come si vola"

è una frase già letta ma oggi mi è tornata sotto mano e la posto qui, magari per sentire la Vostra opinione su uno dei sentimenti + forti e speciali della vita, l'amicizia appunto...

giovedì 18 gennaio 2007

ed adesso raccontiamoci la bella favola...

che tutto cambierà!

...di questi tempi si vende
qualsiasi cosa anche la verità
ma non sarà così sempre
perchè tutto cambierà
per ogni vita che nasce
per ogni albero che fiorirà
per ogni cosa del mondo
finchè il mondo girerà
già si vedono lampi all'orizzonte ...

a volte si ha bisogno di aggrapparsi alle favole, fingendo per un attimo che siano vere...
ci raccontiamo la storia con lo scontato "happy end" per trovare il coraggio di affrontare le bruttezze della nostra vita... e quando alla sera ci ritroviamo stanchi davanti alla tv, con gli occhi quasi ridotti a fessura e con il pensiero in parte già al giorno dopo ci sentiamo spesso come Rossella O' Hara e ci addormentiamo pensando: "domani è un altro giorno...tutto cambierà"
Peccato che poi non cambia mai nulla...
Ma io non mi arrendo e continuo a sperare che una cosa per volta le cose si sistemino anche per me...

un'altra Franzoni???

speriamo che non si sia di nuovo sottoposti a giochini e "recite televisive" come con la Franzoni...

Perizia psichiatrica per i coniugi Romano, sarà richiesta dal legale dei due presunti autori della strage di Erba.
«Atto dovuto per vedere se hanno bisogno di cure».

COMO - Per Olindo Romano e Rosa Bazzi sarà richiesta la perizia psichiatrica. La richiesta in tal senso del legale dei presunti autori della strage di Erba sarà depositerà nelle prossime ore alla procura di Como. L'avvocato Pietro Troiano chiederà riflessioni sul comportamento dei coniugi Romano dopo gli omicidi e sulla condotta che stanno tenendo in carcere, non per una eventuale riduzione della pena, ma per valutare se abbiano bisogno di cure di tipo psichiatrico.

Erba, «Rosa fu stuprata da piccola»
Il racconto di Lisa Bazzi: «Avrà avuto 10 o 11 anni, stava tornando da scuola. Mia figlia adorava i bimbi ma non poteva averne»

Angela Rosa Bazzi fu stuprata quando era ancora bambina. A svelare l'ennesimo, atroce, retroscena della strage di Erba è Lisa Bazzi, la mamma. In una intervista la donna spiega che sua figlia «andava ancora a scuola. Poteva avere dieci, undici anni». Quando accadde «stava tornando da scuola. Era sera. La scuola era andata avanti fino a tardi. È successo così, mentre lei era per strada che stava tornando. Era buio».
Il giorno della confessione dei due coniugi la madre di Rosa disse: «Quella non è più mia figlia, mi vedrà solo quando sarò sottoterra. Sono dieci anni che non le parlo». Ora, però, ha deciso di svelare questo tremendo retroscena cercando forse di trovare una giustificazione a tanto orrore. Forse da quella violenza sono nate le sindromi di Angela Rosa: la maniacale cura dell'ordine e della pulizia. «Cerco di non ricordare quel brutto episodio, dice mamma Lisa. Chi fu a violentare Angela Rosa non si è mai scoperto».
«A mia figlia piacevano i bambini. Li adorava. Ma non poteva averne».
Poi un appello indiretto ai due coniugi assassini che finora non hanno mostrato alcun segno di pentimento: «Fanno male devono fare penitenza. ».
Nel parlare del genero, lo descrive in modo contradditorio ad altre testimonianze, dice che era «uno che appena gli dicevano qualcosa si arrabbiava, diventava anche cattivo. Non pensavo a mia figlia, a mio genero sì. Ho pensato che fosse stato lui. Da solo, però, senza mia figlia». Anche a lui addossa la responsabilità di un mutamento caratteriale di Angela Rosa che «da ragazza era tutta diversa. Buona, generosa. Ha sposato quello là ed è cambiata da così a così. Una volta era ubbidiente. Ha conosciuto quell'uomo violento e lui l'ha cambiata. E tanto. Però fino all'ultimo ho sperato che non fossero stati loro». Da quanto racconta mamma Lisa emergono due facce della stessa medaglia: Angela Rosa buona come il pane, che ama i bambini, ma che dopo quella violenza si trasforma e peggiora dopo aver sposato un uomo che, a suo dire, è manesco. Dalle carte investigative, emerge, invece, la figura di una donna violenta, forte, volitiva, lucida. In grado lei di soggiogare a suo piacimento Olly, mastodontico, ma mansueto, tutto casa e lavoro come lo descrivono conoscenti e colleghi di lavoro.

un libro da consigliare...

capita a volte di leggere un libro e di associare subito quel libro ad una persona prendendo nota mentalmente di consigliarglielo quanto prima... poi, sempre per il discorso che si va di fretta e si hanno mille pensieri e mille imput, ci si dimentica e si va oltre...

ecco... forse per non dimenticare cosa consigliare e a chi, apro sul blog

inizio io...

anzi segnalo un libro che mi è stato regalato a Natale e che sto leggendo di gusto...

si intitola:

Felicità® di Will Ferguson



ed ora a voi...
cosa avete letto o state leggendo e vorreste condividere con me o con chi, trovandosi a passare di qui, volgesse un occhio anche a questo post??

mercoledì 17 gennaio 2007

quando il gioco si rompe...

post in rifacimento...

martedì 16 gennaio 2007

tratto da Le Petit Prince

“L'essenziale e' invisibile agli occhi.”

Ecco il mio segreto.
E' molto semplice : non si vede bene che col cuore. L'essenziale e' invisibile agli occhi ...
Gli uomini hanno dimenticato questa verita' .
Ma tu non la devi dimenticare ...

ecco una canzone che mi frulla in testa...

e della quale, chi ascolta il mio programma, mi ha già sentito parlare...
ebbene si!
ammettiamolo... quante volte, troppo spesso io credo, si ha paura di innamorarsi??
credo che quello che ci frena sia la paura di soffrirne... ma aimè nessuno di noi può sapere come si svilupperà una storia d'amore... possiamo solo viverla intensamente mettendoci tutto il nostro impegno, ed anche una buona dose di incoscienza, per far sì che sia lunga e felice... ma la sfera di cristallo non ce l'ha nessuno e ci è impossibile conoscere il futuro (ed io aggiungo, per fortuna)...
bè io non so come la pensate voi ma io, nonostante le mie storie fallite, non ho paura di innamorarmi... mai...
quindi Battisti non lo condivido in questa canzone, ma ve la dedico e chissà che a qualcuno non faccia pensare...

Aver paura d'innamorarsi troppo
non disarmarsi per non sciupare tutto
non dire niente per non tradir la mente
è un leggero dolore
che però io non so più sopportare.
Non farsi vivo e non telefonare
parlar di tutto per non parlar d'amore
cercar di farsi un po' desiderare è proprio un vero dolore

Abbandonarsi senza più timori senza fede nei falliti amori
e non studiarsi ubriacarsi di fiducia
per uscirne finalmente fuori
Aver paura di confessare tutto
per il pudore d'innamorarsi troppo
finger che anch'io le altre donne vedo
è un leggero dolor temere di mostrarsi interamente nudo

e soffocare la sana gelosia
e controllarsi non dirti che sei mia
voler restare e invece andare via è proprio un vero dolore
Abbandonarsi senza più timori senza fede nei falliti amori
e non studiarsi ubriacarsi di fiducia
per uscirne finalmente fuori...

lunedì 15 gennaio 2007

non capisco e non mi adeguo...

l'altra sera, a casa di amici, parlando del più e del meno ecco uscire le classiche domande...
(anzi diciamo che la mia amica è facile uscirsene con quesiti di questo genere, soprattutto se ci sono persone nuove nel gruppo).
tra le tante, una in particolare è stata rivolta ad un ragazzo che gli altri, e forse anche io in qualche modo, conoscono meno...
Sull'onda della conoscenza, solo la settimana scorsa, della sua ragazza (splendido esemplare di bellezza nordica) la mia amica salta su e chiede: "ma tu sei innamorato di lei??"
subito lui replica: "no non sono innamorato ma la amo..."
silenzio...
noi 3 ragazze ci siamo guardate e subito una di noi è saltata su: "Scusa? Come può essere? Se non sei innamorato non puoi amarla, semmai puoi dire di essere infatuato di alcune cose che fate magari insieme o di alcuni atteggiamenti... ma l'amore... è un'altra cosa!"
E lui a provare a spiegare a noi ragazze (oramai scettiche ed agguerrite) che sai, lei era troppo appiccicosa, che lei chiede conferma ogni poco dei sentimenti che lui prova per lei... che lei è immatura (ma allora non ti prendi una di 21 anni no???)...
morale della favola, non ci ha convinto... ed anzi ci ha lasciato un pò di amaro in bocca (anche a dimostrazione di come spesso siamo solidali con le altre donne soprattutto se stanno con certi pagliacci...) ma soprattutto, almeno ha me, la fatto venire una profonda rabbia, visto che spesso gli ho sentito dire"ti amo" e considerando che le cose che ha detto mi fanno dubitare della veridicità della cosa mi chiedo: "perchè fare abuso di questa parola? non sarebbe meglio trovarne delle altre se il sentimento che si nutre non è quello???non sarebbe semplicemente + onesto? Anche verso se stessi??"

venerdì 12 gennaio 2007

ma la sera a casa...

eh no... non come cantava Silvia Salemi a San Remo (chi se la ricorda) "ma la sera a
a casa di luca..."
stasera a casa mia...
una cenetta tra amici...
non ho spesso tempo di organizzare queste cose ma sono le cose che mi piacciono di più...
il pensare a cosa cucinare... fare la spesa cercando le cose + sfiziose e con un occhio di attenzione ai gusti dei commensali...
poi arrivare a casa piena di sacchetti, con i gatti che mi gironzolano intorno curiosi...
e riempire il frigo di pacchetti colorati e incellophanati...poi finalmente si comincia...
tiro fuori gli ingredienti, accendo il forno, prendo pentole e pentolini e aziono la macchina per fare il pane...
dopo poco ecco che la cucina inizia ad essere piena di profumini da far girare la testa...
inizia ora la ricerca della tovaglia giusta...
lavo le posate e i piatti "del servizio bello", poi di nuovo in cucina per verificare che tutto proceda bene, e per controllare che i gatti non abbiano "iniziato la cena"...
ah si... c'è il vino bianco da mettere in fresco...
a far respirare quello nero ci penserò dopo...
In effetti adoro questi attimi (anche se spesso son + di attimi, direi forse ore...) in cui siamo solo io e la mia cucina, le mie pentole ed i miei ricettari pieni di segreti...
Amo il rumore della mezzaluna sul tagliere di legno, e del tritapepe... e il bollore dell'acqua...
fanno sentire la casa, e la cucina in primis, viva...
e stasera, quando comincieranno ad arrivare gli amici, sia come sia quel che ho preparato (in realtà no, ci tengo sempre molto a far bella figura cn la mia cucina) sarà festa...
anche se dopo avrò i piatti da lavare e tutto da mettere a posto...
ne sarà comunque valsa la pena... almeno per me...

mercoledì 10 gennaio 2007

di qualcosa bisogna pur vantarsi ...


ebbene si!

almeno di una cosa nella vita bisogna vantarsi...

bene, nel mio caso sono orgogliosa di avere un figlio come Francesco.

Un bambino che a soli 9 anni ha già affrontato la separazione dei suoi genitori e che nonostante questo ha capito che sia io e che il mio ex marito lo amiamo e cerchiamo di dargli comunque quell'atmosfera di famiglia...e siamo, lo ammetto e me lo dico, dei bravi genitori...

e grazie a lui sono anche riuscita a recuperare un rapporto di civiltà con il mio ex marito...

Francesco che si impegna a scuola e che da quest'anno si allena 4 volte a settimana perchè si, è un atleta... nuota e lo fa con diligenza e scrupolo...

un ometto

a volte lo guardo e mi accorgo di quanto sia grande oramai... di quanto sia indipendente... e questo da una parte mi inorgoglisce ma dall'altra mi spaventa...perchè è lontano il tempo in cui me lo cullavo, i giorni in cui si svegliava di notte e si rassicurava solo con la mia voce...

adesso si sente grande... e un pò mi manca il mio piccolo bimbo che barcollando per i primi passi mi chiamava cn quella sua vocina dolce...

ma è giusto così

bene che cresca, che diventi grande...

spero solo che almeno alcune delle cose che gli ho insegnato lo rendano, un domani oramai non + così lontano, un uomo migliore... magari l'uomo che io sogno diventi...

vedremo...

e poi... mi hanno insegnato, che i figli non si fanno per noi... li si mette al mondo, li si fa crescere cercando di insegnare loro qualcosa e poi li si lascia liberi di vivere, con la speranza che non si dimentichino di noi...
e quindi, quando sarà pronto, lo lascerò libero di vivere la sua vita sperando lo faccia mantenendo sempre e comunque rispetto verso gli altri... e per il resto... bè...
vedremo...



martedì 9 gennaio 2007

appunti di vita nella casa di riposo

questi pensieri li ho scritti ormai quasi 2 anni fa...
con l'intenzione di continuare, e non è escluso che prima o poi nn lo faccia...
per ora ve li regalo
e se anche uno solo di voi leggendoli si fermerà a pensare... bè sarà una cosa bella x me...

APPUNTI DI VITA in CASA di RIPOSO


Inizio la mia 3a settimana di lavoro in casa di riposo.
Stamattina, per la prima volta da quando sono qui, ho visto l'entrata di un nuovo "OSPITE".
Devo dirlo, mi fa strano chiamarli così visto che:
a) pagano la retta,
b) più che ospiti paiono dei "forzati" che le famiglie hanno portato, ed a volte sembra abbiano dimenticato, a "soggiornare" in questo posto…
Ma parliamo dell' ospite: un uomo di quasi 90 anni che si, forse con la testa non c'è più tutto ma che, a detta del figlio, fino a 10 giorni fa andava in bici e fino a ieri andava nell'orto, era indipendente e probabilmente…felice?
Un uomo secco sai, come un albero millenario che ha la corteccia ruvida e rugosa, con la pelle abbronzata dal sole dei campi e da un passato di lavoro fatto probabilmente all'aria aperta, e con quegli occhi…
Dio, quegli occhi…
un misto di fierezza e di paura…
Si guardava attorno e cercava conforto nei volti delle persone.
Ma come dargli quel conforto?
Come dirgli che questo è con molta probabilità il posto dove finirà i suoi giorni?
Come spiegargli che forse non rivedrà mai più casa sua, le sue cose, il suo orto?
Come?
La cosa che, volendo trovare un motivo per sorridere, è apparsa comica, è stato vedere "ospiti" e parenti di "ospiti" fare cerchio intorno a lui, per raccontargli la favola di come si sta bene all'interno della struttura.
Una parente ha addirittura detto che sua mamma aveva vissuto qui per 10 anni e, orgogliosa (e mi chiedo con che orgoglio) sosteneva che di certo la madre non sarebbe campata così tanto al di fuori di qui…
Già…
ma… anche se fossero stati meno anni… non riesco a non pensare che sarebbero stati di certo anni migliori…
Certo è che mentre il figlio del nuovo "ospite" rimarcava e sottolineava questo "traguardo", io non riuscivo ad annuire ma rivolgevo altrove lo sguardo per paura di incrociare quello del "vecchietto" e non poter così evitare che lui leggesse dentro ai miei pensieri…
Qualche altro convenevole e l'infermiera ha accompagnato padre e figlio nella stanza, prima che uno dei due, ed escluderei il figlio in ogni caso, cambiasse idea…
Sono rimasta qui, a pensare… ed ho deciso solo in quel momento di scrivere questi miei APPUNTI, perché non voglio dimenticare… perché ho paura che, con il tempo, io posso uniformarmi a quelli che lavorano in strutture come questa, e che quindi io possa trovare poi "normale" che un padre, una madre, vengano scaricati qui…
Per le infermiere e gli altri gli "ospiti" sono visti solo come la loro fonte di reddito.
Ah… dimenticavo, qui si accettano tutti, perfino persone non autosufficienti, anche per brevi periodi, quel che conta è "riempire i letti"…
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Certo che si sente che si avvicinano le vacanze estive…
Come?
Dal fatto che le giornate si allungano ed il sole è ormai caldo?
Noooooo!
Perché si vedono i bambini giocare nei cortili, o dal chiacchiericcio degli uccellini?
Noooo
Dalle finestre spalancate, dai panni stesi fuori ad asciugare?
naaaaaa!
Ma si, che sciocca, si intuisce dalle code che già si formano in autostrada nel w.e. sulle direttrici del mare?
Nemmeno!
Qui si capisce da parenti che sempre + numerosi fanno capolino nel nostro ufficio ogni giorno per sapere se ci sono posti liberi.
Per capire come devono muoversi per far sì che i loro "cari" siano accolti presso la nostra struttura…
Eh si!
Tempo di vacanze… ma… il vecchietto… dove lo metto?
Domanda da un milione di dollari!
Non più, soprattutto se il vecchietto ha una buona pensione…
In fondo, ha lavorato una vita ed ora… bè ora con la pensione che ha faticosamente raggiunto si gode…
il meritato riposo… sì… in casa di riposo…
Tutto torna, tutto quadra…
La famigliola anche quest'anno passerà le sue belle vacanze al mare, od in montagna, poca differenza fa…
E l'anziano avrà la sua bella vacanza, in una struttura idonea… servito e riverito… pasti caldi… ambiente familiare… quasi non noterà la differenza… anzi… per questo qui si vive più che restando a casa propria…
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Comunque bisogna ammetterlo, questa struttura non è male.
Le infermiere sono gentili e disponibili, le assistenti svelte ed attente alla pulizia degli ospiti.
C'è anche la psicologa che almeno una volta a settimana è a disposizione ed ha addirittura creato un gruppo d'ascolto.
Poi le volontarie che intrattengono i residenti della casa di riposo nei lunghi pomeriggi…
Li fanno anche cantare!
Ma che meraviglia!
Proprio la settimana scorsa sono venute in ufficio a fotocopiare i testi delle canzoni…
Dovevate sentirle, commentavano su come gli ospiti si divertivano…
In quel momento, ascoltandole, mi sono domandata perché li trattavano come fossero bambini, come se nessuno degli anziani fosse più capace di ragionare… ma davvero quanto si diventa vecchi non si merita più rispetto?
Davvero un giorno mi guarderanno e vedranno in me solo una vecchia rincoglionita?
Eppure gli anziani hanno un passato, una storia da raccontare… la portano nelle loro rughe, ma anche nelle loro teste e, credetemi, alcuni di loro sono molto più lucidi di quanto noi pensiamo…
A volte mi viene quasi da pensare che certi si stiano prendendo gioco di noi, che fingano solamente di aver perso la memoria, che si inventino di fatto una perdita della ragione…
Sarebbe comico no? Noi che li trattiamo come fossero incapaci di "intendere e di volere" e loro che, sotto i baffi, ridono di noi per come sono riusciti ad ingannarci…
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Dall'ufficio si vede la cappella, un via vai di ospiti continuo…
Mi chiedo se qui si ritrova la fede…
Non mi sembra possibile che tutti siano così vicini a Dio…
Mi viene più facile pensare che alcuni di loro si aggrappino alla fede per trovare la forza di "sopravvivere" in questo luogo…
Chissà… forse un giorno anche io mi riavvicinerò alla Parola del Signore e rimetterò a lui i miei peccati…per essere pronta, quando morirò…ma… pronta? E per cosa? Per andare in Paradiso? Bè, se gli ultimi anni della mia vita io dovessi mai passarli in un posto come questo (e, credetemi, questo, rispetto ad altri, è un gran bel posto!), allora il Paradiso me lo sarei comunque guadagnato, e sul campo! Sì, perché stare in casa di riposo non è tanto l'ANTICAMERA dell'Inferno, ma l'INFERNO fatto e finito!
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Il mio vecchietto è stato spostato al 2° piano
Diciamo che non era poi così autosufficiente come sosteneva il figlio.
Diciamo che il poverino non c'è più molto con la testa (e temo che stavolta non sia possibile per me pensare che stia solo menandoci per il naso…), e sicuramente essere "sbattuto" qui non è stato di aiuto per la sua mente vacillante…
Fatto sta che già la prima sera aveva provato a prendere la via del ritorno e l'hanno recuperato per strada…
Conclusione… ovvia… non poteva restare a pian terreno, così vicino alla porta di uscita…
Non ho ancora avuto il "coraggio" di salire al secondo piano per vedere come si è sistemato e come sta…
Il secondo piano…
Mi sono avventurata lassù solo una volta, alla ricerca di una infermiera e… sono rimasta sconvolta…
l'odore… quell'odore di … non so nemmeno definirlo… comunque quell'odore mi ha invaso le narici e a distanza di giorni, ancora mi resta addosso…
Ma troverò il coraggio di tornare al piano, per vedere lui, il MIO vecchietto…
Strano vero che io parli di lui in questo modo, vero?
Eppure, io che avevo DECISO che non mi sarei affezionata a nessun "ospite" della casa (per poi non ritrovarmi a soffrire quando dovessero "andarsene") mi sento legata a quell'anziano… Il primo che io abbia visto arrivare qui, il primo che mi ha mostrato, nei suoi occhi, la paura dell'abbandono…
Sai, pensandoci, ho capito dove avevo già visto quegli occhi…
In una foto, attaccata ad una cassettina delle offerte per… il canile…
Gli stessi occhi di quel cane dietro alle sbarre…
Lo stesso sguardo di chi si sente abbandonato al proprio destino… lo stesso di chi non sa quale sarà il suo futuro…

una delle mie passioni...


mi nutro da sempre di musica...
prevalentemente di quella italiana (e poi come dice il mio regista radiofonico in inglese sono una chiavica quindi meglio se introduco brani in lingua italiana), ma uno su tutti è il mio preferito, al punto di aver inculcato questo amore a mia sorella + piccola (e qui credo addirittura di aver creato una sorta di mostro, perchè lei si potrebbe definire una fan della frangia estrema al punto di avere cercato rissa ad un concerto...).
Lui è Claudio (oramai lo sento talmente uno di casa da chiamarlo semplicemente per nome ma per farvi meglio capire... bè lui è Claudio BAGLIONI).
Conosco tutte le sue canzoni... sono stata a molti suoi concerti (ultimo in termini temporali ma non per le emozioni che mi ha regalatoquello al Datchforum ad inizio dicembre...)
Potrei dire mille cose di lui ma mi permetto di lasciare una sola traccia qui sul mio blog (almeno per ora...) è un grande... perchè solo un grande alla sua età (55 anni ormai) può concedersi senza mai fermarsi per ben 3 ore regalando gran parte del suo vasto repertorio e donandosi al suo pubblico senza soste...

grazie Claudio per le emozioni e i brividi che mi dai...

venerdì 5 gennaio 2007

chi è daria...


difficile dire chi si è... + semplice raccontare quello che si vorrebbe essere... ancora + facile sarebbe "farsi raccontare" dagli altri... ma anche qui lo scoglio... come gli altri ci vedono spesso non coincide con quello che realmente siamo... accidenti... è così difficile allora raccontarsi? si e no... (risposta scontata direi) ma anche qui, come sempre mi accade, se la sfida è con me stessa devo e posso vincerla... allora Daria è, o meglio io sono... una donna (anche se io mi vedo ancora come una ragazza) di 38 anni (fortunatamente, a detta di altri, ancora ben portati) con un figlio splendido di 9 anni che riempie la giornata e spesso molto di più (avete notato come i bambini di oggi non raggiungano mai il limite delle loro riserve di vitalità??) un lavoro che troppo spesso non mi soddisfa ma che, qui non sono la sola aimè lo so, mi permette di vivere... una passione da poco scoperta che è quella della radio e, per mia fortuna, un amore che sta crescendo piano piano e degli amici speciali che mi aiutano a superare i miei malumori, le mie lune e le mie tristezze... che altro... mi conoscerete piano piano se vorrete... quindi, ed anche per lasciare un pò di suspence, mi fermo qui...

e finalmente... dalle onde radio al blog

era da un pò che ci pensavo...che meditavo sulla possibilità di poter dare uno spazio in più non tanto a me, che di spazi me ne trovo, anche un angolino, ma a quelle persone che tanto carinamente seguono il mio programma radiofonico, quelle persone che ogni sera, dalle 23 alle 24 si sintonizzano su Radio Gamma di Alessandria (89.90) ed ascoltano "unoradaria" sopportando i miei umori altalentanti, e ascoltando la musica che amo e che scelgo in modo del tutto personale, per loro...A queste persone volevo dare di più... la possibilità di chiacchierare con me oltre gli sms, oltre le email...magari mettendo qui le mie idee, confrontandomi con loro, si finalmente con loro(anzi con voi), sugli argomenti che tratto...vogliamo provarci?x adesso le idee ci sono, ma ammetto, sono confuse...ma ci provo... voglio farlo... e chissà che non ne nasca qualcosa di divertente e stuzzicante...per voi... per me... nasce questo Blog...

omaggio a margot




diventa facile invece parlare qui...e non perchè l'argomento lo sia ma perchè si va a parlare di sentimenti e questo, chi mi ascolta in radio lo sa, è il mio forte...Lei è Margot, non riesco a parlarne al passato, anche se purtroppo da quasi un mese non c'è +Non era la mia gatta ma in questo ultimo anno mi ero affezionata a lei...ho vissuto il suo ed il calvario delle persone che le volevano bene, l'ho vista spengersi lentamente, arrendersi alla malattia... ma ho notato che mai è stata lasciata sola, e ho capito che lei lo sentiva, che capiva che non se ne sarebbe andata abbandonata dalle persone alla quale tanto affetto aveva dato...adesso riposa nel mio giardino, sotto un pino... mi onora saperla lì... è come avere sempre e comunque la piccola Margot accanto...E penso a come gli animali, sempre + di sovente, sappiano darci quello che le persone, spesso solo per mancanza di tempo o per i ritmi oramai sempre + incalzanti, non sono più attenti a dare... un pò di calore, gratuitamente, senza nulla domandare in cambio...